Storia

Il primo insediamento risale all’epoca preromana, quando una popolazione illirica dei liburni si stabilisce nell’isola di Rab, proprio sulla rocca dove oggi sorge l’attuale centro cittadino. All’epoca l’isola era coperta da fitti boschi di querce nere, quindi le viene dato il nome Arba, ovvero scuro in illirico.

Nel II secolo a.C i liburni si sottomettono all’impero romano, che fa erigere mura, torri e bastioni a difesa della città. Durante il periodo di romanizzazione si sviluppano i primi commerci e la cittadina conosce un lungo periodo di prosperità, testimoniato dal riconoscimento da parte di Roma del titolo di Feliz Arba. Invasa dai Goti e poi sottomessa all’impero di Bisanzio, Rab passa nell’anno mille sotto il dominio dei Dogi di Venezia. La Serenissima, che a quei tempi possedeva gran parte delle città dalmate, governa a lungo l’Adriatico, alternandosi però nel dominio di Rab ai sovrani ungheresi. Questo fiorente periodo è testimoniato dai molti edifici storici in stile veneziano, che si possono ammirare ancora oggi in città.

Con la caduta di Venezia, alla fine del settecento, Rab passa ai francesi e viene quindi annessa al Regno d’Italia napoleonico; ma si tratta di una breve parentesi, poiché Napoleone sarà sconfitto pochi anni dopo e i soldati austroungarici occuperanno l’isola. Durante il dominio austroungarico Rab perde molta della sua antica importanza; tuttavia la lingua ufficiale continua ad essere l’italiano, come lo era in Istria e in Dalmazia.

Storia di Rab - Il regno di Yugoslavia - Croazia

Stemma del regno di Yugoslavia

L’esito della prima guerra mondiale sancisce il crollo dell’impero   austroungarico e la nascita del Regno di Jugoslavia; prima di entrare a far parte della Jugoslavia, Rab viene invasa dalle truppe italiane, che tuttavia sono costrette a cederla a serbi, croati e sloveni nel 1921.
L’annessione alla cosiddetta “Prima Jugoslavia” è accolta con grande entusiasmo dalla popolazione arbese: i coloni e i contadini sperano in nuove leggi, che consentano di riscattare le terre dei latifondisti. Ma dopo un primo periodo di euforia, l’isola si ritrova nelle medesime condizioni in cui era sotto il giogo austriaco. La popolazione, spinta dalla povertà, comincia ad emigrare in America. Chi resta si dedica al turismo, che sta nascendo timidamente proprio in quegli anni.

campo concentramento isola di Rab Croazia

Campo di concentramento nell’isola di Rab – Croazia Unknown author, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons

Con la seconda guerra mondiale comincia uno dei periodi più bui della storia di Rab: nel ’41 l’isola è invasa dalle truppe dell’Italia fascista fedeli al terzo Reich, che ricorrono ad ogni mezzo repressivo per assicurare il successo dell’occupazione. A Kampor viene allestito un campo di concentramento, in cui troverà la morte più di un migliaio di civili innocenti. La storia del campo di Kampor è riportata in modo approfondito nel libro di Frank Potocnik del 1979 “Il campo di sterminio fascista: l’isola di Rab

Croazia Isola di rab -Il maresciallo Tito

Il maresciallo Tito – Unknown author, Public domain, via Wikimedia Commons

Dopo l’armistizio gli italiani vengono rimpiazzati dalle unità naziste, le quali soccombono all’esercito di liberazione nel 1945. Da quel momento in poi, Rab farà parte della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia, guidata dal maresciallo Tito, che apre il paese al turismo internazionale negli anni sessanta.
La federazione comincia a disgregarsi dopo la morte di Tito, quando riemergono i nazionalismi che il regime aveva saputo tenere sopiti. La Croazia dichiara unilateralmente la propria indipendenza dalla Federazione nel 1991. Pochi mesi dopo scoppierà il conflitto con l’esercito nazionale jugoslavo, che durerà fino al 1995, coinvolgendo soprattutto le aree di confine con la Bosnia e la Serbia. La guerra nemmeno sfiora Rab, pur mettendo a dura prova la salute economica dell’isola. A partire dagli anni 2000 il crescente sviluppo dell’industria turistica ha contribuito a riportare il benessere a Rab e in tutta la Croazia.

 

I commenti sono chiusi.